Animali abbandonati due volte


 
 
 
 
 
 
E’ un fenomeno di cui si parla poco ma purtroppo è sempre più diffuso questo brutto atteggiamento delle persone che pensano solo in maniera egoistica, che prendono in adozione un animale e poi lo riportano al canile.
E’ come se li abbandonassero una seconda volta.
Una percentuale approssimativa di questo fenomeno si aggira intorno al 10%, ma il numero aumenta sempre di più prima delle vacanze estive.
C’è chi dice che è portato a fare una scelta del genere dando le colpe comportamentali all’animale, ma l’errore è a monte, proprio nel momento in cui si decide di adottare l’animale.
Quando si decide di adottare bisogna farlo con razionalità, cercando di non farsi condizionare dall’emotività. Bisognerà pensare che è come un figlio o una nuova persona arrivata in casa, con le stesse esigenze di un essere umano, volergli veramente bene e pensare che influenzerà i giorni a venire per molti anni.
Dall’altra parte, però, il canile, tramite personale con idonea formazione, dovrebbe occuparsi di sistemare i cani in base alle loro caratteristiche comportamentali, rieducarli quando necessario e indirizzare chi si vuole prendere cura di un amico di zampa verso il compagno più adatto. Figure professionali come istruttori cinofili e rieducatori comportamentali non sono, tuttavia, ancora presenti a titolo fisso in realtà di tale tipo.
In tutto questo c’è comunque un dato positivo, ovvero che nel nostro Paese, sono sempre più in crescita le figure professionali che si occupano dei nostri amici a quattro zampe, come il veterinario e spesso sono molti i volontari che per amore degli animali dedicano il loro tempo libero ad accudirli, educarli e cercargli una sistemazione sicura.
Di recente, poi, per sensibilizzare il fenomeno, è nata una collaborazione tra la Lega nazionale per la difesa del cane e Nintendo Italia, casa di produzione di videogiochi, in cui i giocatori devono prendersi cura di un cucciolo di cane o gatto a 360° come se fosse reale.
E’ solo un gioco, ma è un ottimo metodo educativo per tenere l’attenzione su questo fenomeno, purtroppo, sottovalutato.
 

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